Milla Boschi fa raccontare a una voce di donna un secolo di storia, quasi tutto all’interno di una corte contadina della bassa emiliana. Vita di terra e di animali, vita solo di lavoro, vite gestite e comandate dagli uomini che di quel mondo sono i padroni.
Ma è una donna che racconta, e sono “quelle donne” che arricchiscono e stemperano tutta quella durezza portando la loro sensibilità, la loro capacità di cogliere nonostante tutto l’incanto della natura e che, se pur ingabbiate in un’esistenza di fatica, di obbedienza e di silenzi non si trasformano in vittime dolenti ma portano nella loro sofferenza una fierezza indomabile, una caparbia ricerca di trovare almeno un sorriso in mezzo ai loro ricordi.
Un libro potente, a tratti duro, un libro difficile da chiudere e abbandonare. Mi ha fatto pensare che è lì, da quelle donne lì che veniamo e ne sono stata fiera.
